Ethan Russo: "La cannabis non causa schizofrenia in chi non è predisposto"

Neurologo e ricercatore nel campo della psicofarmacologia, Ethan Russo è una figura imprescindibile nel campo della cannabis per scopi medicinali, ed è attualmente il direttore della ricerca e sviluppo per il ICCI - Istituto Internazionale di Cannabis e Cannabinoidi (International Cannabis Institute e Cannabinoidi).

Laureato in Psicologia presso l'Università della Pennsylvania e in Medicina presso l'Università del Massachusetts, ha iniziato a lavorare in pediatria ed è stato neurologo clinico per circa 20 anni, prima di entrare a far parte del Società internazionale di ricerca sui cannabinoidi (Società internazionale per la ricerca sui cannabinoidi) e Associazione internazionale per i medicinali cannabinoidi (International Association for Cannabinoid Medicines), facente parte anche del Consiglio Scientifico del American Botanical Council (Consiglio botanico americano).

È stato direttore medico di FITECI, una società di biotecnologie che studia il sistema endocannabinoide umano (ECS) e tra il 2003 e il 2014 è stato consulente medico presso GW Pharmaceuticals, in sperimentazioni cliniche di farmaci come Sativex o Epidiolex.

Autore di sette libri sulla cannabis e le erbe medicinali, ha anche pubblicato più di 50 articoli scientifici nei settori della neurologia, della gestione del dolore, della cannabis e dell'etnobotanica e si è formato in più di 30 paesi.

Su invito di Cannapress, verrà in Portogallo il prossimo novembre, per essere l'oratore principale di una conferenza sulla cannabis medicinale. Ma prima, Ethan Russo ha risposto ad alcune domande.

Cosa ha suscitato il tuo interesse nello studio delle potenziali applicazioni medicinali della cannabis? Come hai scoperto la pianta?
Nel 1990, dopo sette anni di pratica clinica in neurologia, sentivo che stavo somministrando sempre più farmaci tossici a molti dei miei pazienti, con sempre meno benefici. Poi, ho rianimato un vecchio interesse per le piante medicinali, che mi ha portato nella foresta pluviale amazzonica in Perù per studiare la flora indigena utilizzata dal popolo Machiguenga per curare l'emicrania e altre malattie. Quando sono tornato nel 1996, sono stato rapidamente coinvolto nella controversia sulla cannabis. L'incredibile storia della cannabis come medicina, così come le abbondanti pubblicazioni sui suoi benefici, hanno catturato la mia immaginazione e l'hanno fatta diventare il centro della mia carriera. Sebbene conoscessi la cannabis molto tempo prima, l'ho incontrata professionalmente nel 1980, quando ero un medico specialista in neurologia, e ho incontrato un uomo al Seattle Veterans Hospital, che ha mescolato la cannabis nel suo tabacco da pipa come trattamento per la miastenia. grave. Grazie a questo, ha praticamente evitato i ricoveri ospedalieri. Successivamente, anche negli anni '1990, circa un terzo dei miei pazienti con sclerosi multipla usava con successo la cannabis per il dolore e la spasticità, oltre a un'ampia varietà di altre malattie: emicrania, dolore cronico, morbo di Parkinson e Huntington e persino l'epilessia.

Ethan Russo è l'attuale direttore della ricerca e sviluppo presso l'ICCI - International Cannabis and Cannabinoids Institute FOTO: DR

Come spiegheresti la cannabis medica a un paziente che non ne ha mai sentito parlare?
La cannabis è una pianta medicinale il cui uso da parte dell'uomo risale a tempi precedenti alla storia documentata. In quanto erboristeria, contiene una combinazione di ingredienti che insieme stimolano la sua attività (sinergia) e producono un versatile agente terapeutico per molte malattie in cui i farmaci convenzionali falliscono. Ciò è in parte dovuto al fatto che la cannabis agisce a livello del sistema endocannabinoide, un regolatore innato delle funzioni corporee che serve a mantenere l'omeostasi (un desiderato equilibrio delle funzioni fisiologiche).

Il Portogallo sta per legalizzare la cannabis medica, ma ci sono ancora molti medici e psichiatri convinti che la cannabis causi psicosi o schizofrenia. Cosa hai da dire su queste convinzioni e qual è la tua esperienza come neurologo?
La cannabis è proprio come qualsiasi altra medicina. Ha effetti collaterali, ma sono ben studiati e conosciuti e, in questo caso, sono completamente prevenibili. C'è un'abissale differenza tra il fumo ricreativo di cannabis, quando l'intenzione è quella di produrre effetti psicoattivi, e l'uso della cannabis in modo terapeutico, attraverso la somministrazione non fumata in dosi che vengono utilizzate per controllare i sintomi. In effetti, la cannabis è molto meno pericolosa della maggior parte dei farmaci convenzionali e non causa schizofrenia negli individui che non sono predisposti a questo disturbo. Inoltre, non esiste una dose di cannabis che possa causare la morte, a differenza degli oppiacei, poiché ci sono pochi recettori dei cannabinoidi nei centri respiratori del tronco cerebrale e ha un notevole margine di sicurezza quando i preparati appropriati vengono usati con saggezza.

Nella sua pubblicazione del 2011 sul British Journal of Pharmacology, "Taming THC", ha affermato che, all'epoca, molti cannabinoidi, terpenoidi e flavonoidi dovevano ancora essere studiati. Ritiene che questa situazione sia cambiata negli ultimi anni? Piace?
Non è cambiato così velocemente come dovrebbe! Continuo a indagare e scrivere su questo argomento. In questo momento, abbiamo uno studio da avviare negli Stati Uniti con Ryan Vandrey della Johns Hopkins University, sovvenzionato dal National Institutes of Health, che speriamo fornisca la prova dei contributi sinergici dei terpenoidi agli effetti del THC.

Quanto sono importanti gli effetti sinergici della cannabis e come possono influire sui progressi della medicina in futuro?
La sinergia degli ingredienti della cannabis può portare due vantaggi:
1) Stimolare un'attività desiderata, come combinare due o più ingredienti analgesici per ridurre il dolore e l'infiammazione (ad esempio, THC più CBD più cariofilene);
2) Alcuni componenti terpenoidi riducono gli effetti collaterali del THC. Un buon esempio è la capacità dell'alfa-pinene, un inibitore dell'acetilcolinesterasi, di ridurre la compromissione della memoria a breve termine prodotta dal THC. Questi tipi di formulazioni possono rivelarsi migliori farmaci a base di cannabis.

Secondo te, qual è lo scenario ideale per un paese che sta per legalizzare la cannabis terapeutica? Pensi che sia sufficiente vendere la cannabis come medicinale nelle farmacie o dovrebbe essere disponibile anche l'intera pianta?
Dovrebbero essere sviluppati diversi approcci. Sebbene continui a credere che i medicinali a base di cannabis su prescrizione siano necessari in una varietà di situazioni, ci sarà sempre un posto per preparati a base di erbe ben coltivati ​​e prodotti.

Ethan Russo con Raphael Mechoulam e Yechiel Gaoni, i due scienziati che per primi isolarono la molecola di THC nel 1964. FOTO: DR

Pensi che ai pazienti dovrebbe essere consentito di coltivare la propria cannabis, sotto consiglio medico?
Sì. I pazienti che sono fisicamente in grado di coltivare la propria cannabis mostrano segni di trarre grandi benefici da tale attività e la capacità di aiutare se stessi.

Data la complessità del SEC (sistema endocannabinoide), dei cannabinoidi (sia endogeni che esogeni), e delle innumerevoli interazioni a cui partecipano o processi che modulano, si può affermare con sufficiente certezza che una particolare branca della medicina, industria farmaceutica o anche fino a quando un nuovo ramo esclusivo sembra essere incluso nei cicli di istruzione superiore. Cosa ne pensi di questo e come pensi che l'educazione sulla cannabis dovrebbe essere affrontata in futuro?
Attualmente, un'educazione specifica sulla cannabis è disponibile attraverso diverse fonti, come Americani per l'accesso sicuro (Americani per l'accesso sicuro), La pagina delle risposte (La pagina delle risposte) e il file Società dei Clinici della Cannabis (Society of Cannabis Doctors). Sfortunatamente, l'educazione sulla cannabis e persino sul sistema endocannabinoide è terribilmente inadeguata nelle scuole di medicina di tutto il mondo. Questo deve cambiare. La certificazione delle conoscenze sulla cannabis come medicinale è già disponibile ed è obbligatoria in alcune aree per poter raccomandare o prescrivere.

Come immagini la medicina a base di cannabinoidi nei prossimi 20 anni?
Man mano che i farmaci a base di cannabis diventeranno più disponibili, ci sarà un crescente riconoscimento del loro valore in molti tipi di malattie refrattarie. Gli atteggiamenti cambieranno lentamente, man mano che le persone ei politici diventeranno consapevoli della loro sicurezza e i benefici di questo medicinale più sicuro diventeranno evidenti. Con gli studi clinici sulla cannabis, il meglio deve ancora venire!
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Foto in primo piano: Amanda Siebert - La georgia dritta
Traduzione: João Vasconcelos