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Uno studio preclinico rivela l'impatto della cannabis sullo sviluppo del cervello fetale

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Man mano che la cannabis diventa sempre più legale e socialmente accettata, molte donne incinte si rivolgono alla cannabis per alleviare i disagi legati alla gravidanza, credendo che sia un rimedio naturale. Ma sarà sicuro? La letteratura esistente è controversa e inconcludente. Tuttavia, alcuni studi emergenti rivelano potenziali rischi a lungo termine associati al consumo di cannabis durante la gravidanza, in particolare per quanto riguarda lo sviluppo del cervello.

Uno studio preclinico condotto da ricercatori dell'Università dell'Ontario Occidentale, a Londra, in Canada, e pubblicato sulla rivista Neurobiology of Disease, chiarisce come l'esposizione prenatale alla cannabis, in particolare ai suoi componenti principali Δ9-tetraidrocannabinolo (THC) e cannabidiolo (CBD), possa influenzare lo sviluppo del cervello e il comportamento fetale nei topi.

Risultati chiave sull’esposizione prenatale alla cannabis e sullo sviluppo del cervello

Lo studio ha rivelato che l'esposizione al THC, al CBD o a una combinazione di entrambi durante la gravidanza può provocare vari cambiamenti comportamentali e di sviluppo. Questi cambiamenti includevano dimensioni ridotte alla nascita, comportamenti anomali durante l’adolescenza e interruzioni dell’attività neuronale nelle regioni critiche del cervello. Questi risultati evidenziano la necessità di cautela nel considerare l’uso di cannabis durante la gravidanza.

Effetti sulla crescita del feto e sulle dimensioni del bambino

Uno dei risultati più notevoli dell’esposizione prenatale alla cannabis è stata una significativa riduzione delle dimensioni alla nascita della prole esposta. Topi incinti a cui erano stati somministrati THC, CBD o entrambi hanno sperimentato limitazioni della crescita fetale, con conseguente peso corporeo inferiore alla nascita. Sebbene questi discendenti abbiano mostrato un recupero di crescita durante l’adolescenza, con la normalizzazione del peso corporeo e cerebrale, lo studio avverte che questa crescita compensatoria potrebbe essere associata a future complicazioni metaboliche e cardiovascolari.

Conseguenze comportamentali e cognitive a lungo termine

Oltre allo sviluppo fisico, l’esposizione prenatale ai cannabinoidi ha portato anche a notevoli differenze comportamentali, in particolare durante l’adolescenza. Questi effetti erano specifici del sesso, con la prole maschile e femminile che rispondeva in modo diverso ai composti. Ad esempio, la prole maschile esposta al THC e al CBD ha mostrato un comportamento impulsivo, mentre la prole femminile esposta al CBD o alla combinazione THC-CBD ha mostrato un comportamento più ansioso.

Sia i figli maschi che quelli femminili soffrivano di carenze nella memoria e nel riconoscimento sociale, con i maschi più colpiti dal THC e le femmine dal CBD. Questi cambiamenti comportamentali indicano un potenziale legame tra l’esposizione prenatale alla cannabis e lo sviluppo di disturbi neuropsichiatrici più avanti nella vita, come ansia o impulsività.

Impatto sull'attività neuronale e sulla funzione cerebrale

Oltre ai cambiamenti comportamentali, lo studio ha evidenziato cambiamenti significativi nell’attività neurologica nelle regioni critiche del cervello. L’esposizione prenatale ai cannabinoidi ha interrotto il normale funzionamento della corteccia prefrontale e dell’ippocampo ventrale, aree responsabili della regolazione emotiva e cognitiva. La prole maschile esposta al THC ha sperimentato un aumento dell’attività neurologica nell’ippocampo ventrale, mentre sia i maschi che le femmine esposti al CBD hanno sperimentato una riduzione dell’attivazione neuronale nella corteccia prefrontale.

Questi disturbi nella segnalazione neurologica erano associati a cambiamenti nell’espressione di geni legati ai sistemi endocannabinoide, glutamatergico, GABAergico e dopaminergico. Tali cambiamenti in questi sistemi possono avere conseguenze di vasta portata per il mantenimento di un sano equilibrio tra la segnalazione cerebrale eccitatoria e quella inibitoria, che è vitale per il benessere cognitivo ed emotivo.

Il ruolo del THC e del CBD nello sviluppo del cervello

Storicamente, la ricerca si è concentrata principalmente sulla componente psicoattiva della cannabis, il THC. Tuttavia, il CBD, un composto non inebriante, viene spesso pubblicizzato come dotato di numerosi benefici per la salute, inclusa la capacità di neutralizzare gli effetti negativi del THC. Sorprendentemente, lo studio ha concluso che il CBD non ha attenuato gli effetti del THC sullo sviluppo del cervello. Invece, la combinazione di THC e CBD ha portato a conseguenze più gravi, soprattutto negli uomini.

I ricercatori sono rimasti incuriositi dagli effetti significativi del solo CBD sullo sviluppo del cervello e sul comportamento della prole. Contrariamente alla credenza popolare, il CBD non fungeva da agente protettivo contro gli effetti dannosi del THC. Questi risultati suggeriscono che sia il THC che il CBD possono influenzare in modo indipendente e collettivo lo sviluppo del cervello fetale, evidenziando la necessità di ulteriori ricerche sui rispettivi ruoli.

Differenze tra discendenza maschile e femminile

Lo studio ha anche rivelato differenze sesso-specifiche nel modo in cui la prole maschile e femminile è stata influenzata dall’esposizione prenatale alla cannabis. I maschi sembravano più suscettibili agli effetti del THC, in particolare in termini di maggiore impulsività e attività neurologica nell’ippocampo. Al contrario, le donne erano più sensibili all’esposizione al CBD, mostrando un comportamento simile all’ansia e una ridotta attività neurologica nella corteccia prefrontale.

Queste differenze potrebbero essere correlate al sistema della serotonina, che era più colpito nelle femmine esposte al CBD. Questa scoperta sottolinea la necessità di ulteriori ricerche per comprendere appieno le implicazioni di queste risposte sesso-specifiche e il modo in cui possono influenzare i risultati dello sviluppo neurologico a lungo termine.

Potenziali implicazioni per le donne incinte che fanno uso di cannabis

La crescente accettazione della cannabis ha portato molte donne incinte a credere che sia un’opzione sicura per alleviare i sintomi della gravidanza come nausea, stress e dolore. Tuttavia, questa indagine potrebbe mettere in discussione tale ipotesi. Lo studio, nonostante sia preclinico, evidenzia il potenziale della cannabis, anche dei suoi componenti non psicoattivi come il CBD, di interrompere i delicati processi di sviluppo del cervello fetale. I cambiamenti osservati nell’attività cerebrale e nel comportamento nella prole sollevano preoccupazioni sugli effetti a lungo termine dell’esposizione prenatale alla cannabis.

Direzioni future della ricerca

I risultati dello studio evidenziano la necessità di una ricerca più completa sugli effetti dell'esposizione prenatale alla cannabis. Gli studi futuri potrebbero concentrarsi sull’analisi di altre regioni e sistemi del cervello colpiti dai cannabinoidi durante la gravidanza, come quelli coinvolti nella funzione cardiaca, nel metabolismo energetico e nello sviluppo della placenta. Inoltre, gli studi a lungo termine che seguono la prole fino all’età adulta sono cruciali per determinare se i cambiamenti osservati nello sviluppo neurologico persistono e come possono interagire con i fattori ambientali.

I ricercatori intendono inoltre esplorare diverse dosi e rapporti di THC e CBD per comprendere meglio la gamma di rischi associati al consumo di cannabis durante la gravidanza. Ampliando l'ambito della loro ricerca, mirano a ottenere una comprensione più dettagliata di come la cannabis influenza lo sviluppo fetale e a identificare i potenziali meccanismi dei suoi effetti a lungo termine.

La cannabis è sicura durante la gravidanza?

Sebbene la cannabis possa fornire sollievo da alcuni sintomi legati alla gravidanza, i suoi potenziali rischi per lo sviluppo del cervello fetale non possono essere ignorati. Le ultime ricerche suggeriscono che sia il THC che il CBD, comunemente presenti nei prodotti a base di cannabis, possono avere effetti significativi a lungo termine sul cervello e sul comportamento dei bambini. Alla luce di questi risultati, le donne incinte dovrebbero prestare attenzione quando considerano l’uso di cannabis e consultare i propri medici per prendere decisioni informate sulla sicurezza della cannabis durante la gravidanza.

 

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[Disclaimer: tieni presente che questo testo è stato originariamente scritto in portoghese ed è tradotto in inglese e in altre lingue utilizzando un traduttore automatico. Alcune parole potrebbero differire dall'originale e potrebbero verificarsi errori di battitura o errori in altre lingue.]

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Con una formazione professionale nel disegno tecnico CAD (2D e 3D), João Xabregas è un attivista e difensore di tutti gli usi e applicazioni della cannabis. Ha scoperto ed è entrato nel mondo della cannabis durante la sua giovinezza, dove ha maturato un interesse speciale per la coltivazione della pianta, che lo ha portato in un viaggio di autoapprendimento attraverso il mondo della cannabis che continua ancora oggi. Le sue avventure legate alla coltivazione della cannabis sono iniziate con lo stesso obiettivo di tanti altri: poter garantire la qualità ed eliminare ogni possibile rischio per la sua salute da ciò che consumava, oltre ad evitare qualsiasi tipo di dipendenza dal mercato illecito. Tuttavia, iniziò presto a vedere il mondo della cannabis e tutto ciò che ad esso era correlato con una prospettiva molto diversa. Abbraccia l'enorme passione che ha per la pianta più perseguitata al mondo e sulla quale è sempre disposto a scrivere e ad avere una bella conversazione.

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