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Scienza

Uno studio rivela che il paracetamolo può agire attraverso il sistema endocannabinoide

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Uno studio condotto da ricercatori dell'Università dell'Indiana negli Stati Uniti e dell'Università di Leida nei Paesi Bassi suggerisce che il paracetamolo, uno degli antidolorifici più utilizzati al mondo, potrebbe esercitare il suo effetto attraverso il recettore dei cannabinoidi CB1 nel cervello, svelando un inaspettato legame tra il famoso farmaco e il sistema endocannabinoide. 

Il paracetamolo è uno dei farmaci più utilizzati al mondo per alleviare il dolore e la febbre. È presente nelle case di milioni di persone ed è considerato un'opzione sicura, soprattutto quando altri farmaci, come l'ibuprofene, sono controindicati. Tuttavia, nonostante la sua popolarità, gli scienziati non conoscono ancora con esattezza il suo funzionamento nel nostro organismo.

Sebbene non ancora sottoposto a revisione paritaria, il nuovo studio presenta una scoperta sorprendente: il paracetamolo può alleviare il dolore attraverso il sistema endocannabinoide, lo stesso sistema attivato dai composti della cannabis. In test condotti sui ratti, i ricercatori hanno scoperto che il paracetamolo deve attivare il recettore CB1 per ridurre il dolore. Questo recettore è il più abbondante nel cervello e nel sistema nervoso centrale e si lega anche al THC, il principale composto psicotropo della cannabis.

La coordinatrice della ricerca, Andrea Hohmann, ha spiegato che questo legame tra il paracetamolo e il recettore CB1 potrebbe essere essenziale per la creazione di farmaci migliori in futuro. Il paracetamolo non è una sostanza derivata dalla cannabis, ma nel cervello può imitarne alcune azioni, in particolare nell'alleviare il dolore. Questa imitazione non causa effetti psicoattivi, ma dimostra come diverse sostanze possano utilizzare le stesse vie metaboliche nell'organismo per alleviare determinati sintomi o patologie.

Lo studio dimostra inoltre che il paracetamolo si avvale di un enzima presente nell'organismo, chiamato DAGL, per produrre un endocannabinoide (un cannabinoide naturalmente prodotto dall'organismo) chiamato 2-AG, che contribuisce ad attivare il recettore CB1. Quando questo enzima o recettore veniva bloccato, il paracetamolo smetteva di agire contro il dolore. È interessante notare che quando gli scienziati hanno utilizzato un bloccante che agisce solo al di fuori del cervello, il paracetamolo ha continuato a svolgere la sua funzione, il che rafforza l'idea che tutto avvenga all'interno del sistema nervoso centrale.

Questa scoperta potrebbe cambiare il nostro modo di considerare il paracetamolo e la gestione del dolore, e contribuire a spiegare perché il farmaco sia efficace per alcuni tipi di dolore e non per altri. Potrebbe anche contribuire a creare nuovi antidolorifici più efficaci e con minori effetti collaterali. Inoltre, questo studio rafforza ulteriormente l'idea che il sistema endocannabinoide sia un bersaglio importante per nuovi trattamenti, il che rafforza ulteriormente l'interesse scientifico per la cannabis terapeutica.

Con queste nuove informazioni, potrebbe essere necessario ripensare il modo in cui utilizziamo il paracetamolo, soprattutto nei trattamenti a lungo termine o in associazione ad altri farmaci che agiscono sullo stesso sistema. In breve, questo studio dimostra che, anche dopo oltre 100 anni di utilizzo, il paracetamolo ha ancora segreti da svelare, e che questi segreti potrebbero avvicinarci ancora di più a nuovi modi di trattare il dolore, basati sulla scienza del corpo umano... e sulla cannabis.

 

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[Disclaimer: tieni presente che questo testo è stato originariamente scritto in portoghese ed è tradotto in inglese e in altre lingue utilizzando un traduttore automatico. Alcune parole potrebbero differire dall'originale e potrebbero verificarsi errori di battitura o errori in altre lingue.]

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Sono uno dei direttori di CannaReporter, che ho fondato insieme a Laura Ramos. Vengo dall'isola unica di Madeira, dove attualmente risiedo. Mentre ero a Lisbona alla FCUL studiando Ingegneria Fisica, sono stato coinvolto nella scena nazionale della canapa e della cannabis, avendo partecipato a diverse associazioni, alcune delle quali sono ancora membro. Seguo l'industria globale e in particolare i progressi legislativi relativi ai diversi usi della cannabis.

Sono contattabile via email all'indirizzo joao.costa@cannareporter.eu

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Martins Martins
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